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Cosa fare contro la crisi?
C`è la ricetta delle imprese
Le associazioni dei datori di lavoro - dagli industriali di Confindustria ai banchieri dell’Abi, dagli assicuratori dell’Ania, dalle cooperative al mondo del commercio e dell’artigianato raccolto in Rete Imprese Italia - ha presentato il «Progetto imprese per l’Italia». Cinque priorità per scegliere «tra crescita o declino», dalle pensioni al fisco, dalle privatizzazioni alle infrastrutture.
Nell’operazione «Progetto imprese» si sente lo spirito della mediazione, indispensabile a conquistare la firma di tutte le sigle imprenditoriali in calce al testo elaborato inizialmente da Confindustria.
Sulle pensioni, il manifesto propone un aumento dell’età pensionabile per tutti a 65 anni, la riforma delle pensioni di anzianità, l’abolizione di tutti i regimi speciali. Sul fisco, si chiede di tagliare il costo del lavoro per favorire le assunzioni. Ma anche incentivi all’innovazione e al salario di produttività, un taglio dell’Ires legato alle iniezioni di capitale fresco nell'impresa. Contro l’evasione, un limite di 500 euro per i pagamenti in contanti in funzione anti-evasione, premi fiscali per far emergere il sommerso e l’indicazione dello «stato patrimoniale» nelle dichiarazioni dei redditi.
Ma c’è anche una patrimoniale per abbattere Irpef e Irap: l’1,5 per mille su tutti gli attivi mobiliari e immobiliari, esentando i patrimoni sotto 1,5 milioni. Poi, bisogna vendere tutto il patrimonio immobiliare di Stato ed Enti locali, con proventi da usare per investimenti. Liberalizzazioni generalizzate, vietando tariffe e riformando gli ordini professionali. Massiccia semplificazione burocratica e riforma della giustizia civile; sulle infrastrutture, bisogna coinvolgere la finanza privata e selezionare le opere. Infine, prorogare fino al 2020 gli incentivi per l’efficenza energetica.
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